Dai 16 ai 76 anni, insieme per la musica

La continuità storica della Filarmonica Colloredo di Prato, nata oltre un secolo fa
Il Friuli - venerdì 4 Luglio 2003

Colloredo di Prato, il piccolo paese alle porte di Udine Ovest, mantiene intatte le sue antiche tradizioni musicali. La sua banda, nata nel lontano 1893, rappresenta ancora la bandiera della comunità ed esprime, nel modo migliore, lo spirito di appartenenza e l'orgoglio della rappresentanza. Il 95 per cento dei 67 musicanti sono nati a Colloredo di Prato e, tra di loro, sono numerosi anche i vari gruppi familiari che abbracciano ben tre generazioni, dai nonni ai nipoti. Si mantiene sempre presenta lo spirito del fondatore Pietro Faino, colui che aveva coniato il motto "Dio, Patria e Musica". La sua passione, la capacità e il senso del dovere sociale portano, ben presto, la Filarmonica Colloredo di Prato ai vertici artistici. Il riconoscimento ufficiale arriva nel 1926 quando, in occasione dell'inaugurazione del ponte sul Tagliamento di Dignano, la Filarmonica, diretta dal maestro Mario Mascagni, vince il primo premio in un rinomato concorso bandistico. La figura di Mascagni è in primo piano nel mondo bandistico tanto che, al tempo, dirige la Banda di Udine dalla quale, nel 1923, sorge l'Istituto musicale "Jacopo Tomadini", l'attuale Conservatorio musicale.

 

I successi che la Filarmonica ottiene in quegli anni prevedono spostamenti, tanto di uomini quanto di strumenti, organizzati su carri trainati da cavalli. Come i Salmi e i Gloria, così le esibizioni della Banda terminano sempre con i brindisi solenni e abbondanti seguiti dal ritorno sul carro dei suonatori avvolti da un sonno pesante. Una volta, alle due del mattino, passando da Pantianicco, qualcuno del paese urla:

"Alt! Fermàit i cjavai. Al è alc ch'a no'l va!"

Qualcosa che non andava c'era ed era molto evidente. Il carro aveva perso una ruota, senza che i passeggeri se ne rendessero conto. Da quel episodio passano trent'anni e scoppia la Seconda guerra mondiale. Il libro di cassa della banda, nel luglio del 1943, si chiude con la nota del cassiere: "Tempi pericolosissimi della cruciale guerra". La Filarmonica entra in uno stato di stasi e, nel dopoguerra, deve superare molte difficoltà per sopravvivere. Poi la svolta. Negli anni '70 nasce l'idea: gestire una scuola musicale per bambini delle elementari con l'autorizzazione delle Direzioni didattiche. L'iniziativa si rivela un successo e i piccoli allievi, quando arriva il momento, vanno ad allargare le fila della Filarmonica portando un nuovo entusiasmo. "Avevo 3 anni quando sono stata iscritta alla Scuola della banda e da allora non ne sono più uscita - racconta Flavia Fasan - anche se ora, non potendo più suonare per sopravvenuti altri impegni, rimango vicina agli amici svolgendo la moderna funzione di addetta alle pubbliche relazioni. La nostra Scuola, nel frattempo, è diventata un punto di riferimento culturale per il paese e per il circondario, con i suoi 11 docenti e 60 allievi che apprendono l'uso di strumenti, anche non propriamente 'da banda'.

Un'altra peculiarità che contraddistingue la Filarmonica dagli altri corpo bandistici è il riunirsi per le prove ben due volta la settimana e non una. L'impegno pressante, per, non è un peso. "Fa parte - dichiara il presidente Marcello Di Benedetto" - del nostro modo di concepire lo spirito di dedizione. Amiamo fare le cose al meglio e cementare l'amicizia in un gruppo che vede suonatori dai 12 ai 76 anni raggiungere notevoli risultati artistici. Con l'attuale maestro Fulvio Dose abbiamo vinto vari concorsi, ultimo dei quali quello nazionale di Bertiolo 2002".

 

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